Piet Hein, nato in Danimarca nel 1905, non ha avuto una formazione specifica nel campo architettonico. Ha infatti navigato tra la Facoltà di Filosofia di Copenhagen e l’Accademia delle Belle Arti di Stoccolma, per poi seguire gli studi di Fisica Teorica presso l’Università di Copenhagen e l’Istituto Niels Bohr.
In essenza, per Piet Hein non vi era una netta demarcazione tra la soggettività dell’arte e l’oggettività del mondo della scienza – era una sorta di Leonardo da Vinci dell’epoca moderna.
Eppure, l’opera di Piet Hein è facilmente riconoscibile, in virtù del fatto che antepone la superiorità della forma all’obbiettivo e ai mezzi per raggiungerlo, nonché ai contenuti.
Hein ha coltivato tutta la vita tanto l’aspetto creativo quanto quello scientifico della propria personalità, attratto dalle relazioni esistenti fra arte e scienza.
Nel 1944 Piet Hein spiegava così il suo metodo: “l’arte rappresenta la soluzione a problemi che non possono essere spiegati finché non vengono effettivamente risolti”.
Ha scritto pubblicazioni scientifiche, architettoniche, saggi ma soprattutto migliaia di poesie, dal tono satirico e mordace. Pubblicate sul quotidiano Politiken e successivamente in oltre venti volumi con lo pseudonimo di “Kumbel”, suscitarono un enorme interesse, a prescindere dal livello socio culturale delle persone, esattamente come era nelle sue intenzioni.
Nel 1959, mentre stava lavorando in qualità di consulente per un progetto urbanistico che includeva il design della piazza Sergels di Stoccolma, concepì l’idea della “Superellisse”, al fine di risolvere i problemi legati al traffico. Considerata una geniale soluzione, venne in seguito adottata per risolvere molti dei problemi urbanistici di Stoccolma e nella progettazione di costruzioni diverse come aree residenziali e centri sportivi in Danimarca e all’estero.
La nuova forma, a metà strada fra un ovale e un rettangolo, ha caratterizzato gran parte della produzione di Hein ed è stata riproposta in numerosi suoi progetti, dai mobili ai sistemi di illuminazione.
Basti citare il famosissimo tavolo Superellisse progettato in collaborazione con Bruno Mathsson nel 1968, oppure il Superuovo del 1966, ovetto d’argento destinato ad alleviare lo stress.
Piet Hein è morto nel 1996 dopo una carriera lunga e prestigiosa insignita di innumerevoli riconoscimenti ottenuti sia per il suo pionieristico lavoro come progettista, sia per il suo impegno di inventore e scienziato; infatti, assieme a Niels Bohr e Karen Blixen, è tra i danesi più conosciuti al mondo.